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DEFINIZIONE DI BENCHMARKING

Il Benchmarking è una metodologia che consiste nel confronto sistematico tra un’azienda e le migliori aziende sul mercato, identificate come standard di riferimento, al fine di individuare strategie per ottimizzare le pratiche gestionali e migliorare le performance aziendali.

COS’È IL BENCHMARKING

Fare benchmarking significa operare un confronto sistematico tra un’azienda e le leader di settore (o di processo) scelte come standard di riferimento. La parola è il risultato dell’aggiunta del gerundio -ing al termine benchmark; i benchmark sono, infatti, punti di riferimento o indicatori che rappresentano uno standard di prestazione ottimale verso cui le aziende devono tendere.

Il benchmarking parte dalla valutazione delle competenze e delle prestazioni delle aziende leader con il fine di identificare le possibili aree di miglioramento dell’azienda che conduce la comparazione. Le aziende migliori, anche dette nel gergo economico “best in class“, sono quelle aziende che, sulla base delle loro performance, stabiliscono gli standard per il settore in cui operano (o per un particolare tipo di processo).

L’attività di benchmarking non è circoscrivibile a un periodo ristretto, ma dovrebbe essere impostata in modo da consentire un monitoraggio continuo delle dinamiche aziendali, finalizzato alla creazione di una spirale di miglioramento crescente e al raggiungimento di livelli di efficienza sempre maggiori.

TIPOLOGIE DI BENCHMARKING

Come accennato, il benchmarking riguarda principalmente il confronto tra aziende operanti in uno stesso settore (benchmarking settoriale), ma il confronto può avvenire anche tra aziende provenienti da settori differenti (benchmarking intersettoriale); lo studio delle migliori performance aziendali di altri settori può infatti portare alla scoperta di metodologie e tecniche non ancora sperimentate ma che, se applicate e adattate al settore di competenza, potrebbero apportare dei benefici.

Sulla base degli obiettivi aziendali e quindi delle motivazioni per le quali si intende intraprendere una attività di confronto è possibile distinguere quattro tipologie principali di benchmarking:

  1. benchmarking interno: viene adottato dalle aziende di grandi dimensioni per operare un confronto tra l’andamento dei processi e delle attività in diverse aree geografiche o anche tra settori diversi della stessa azienda. Per esempio, può essere individuato come standard il processo che si rivela più performante ed essere utilizzato per una spinta al miglioramento endogeno di diverse aree aziendali. Tale tipologia, non prevedendo un confronto con l’esterno, se utilizzata da sola restituisce un grado di innovazione minore rispetto alle altre tipologie.
  2. benchmarking competitivo: prevede la raccolta di informazioni sui concorrenti scelti come standard di confronto. L’obiettivo è la comprensione del vantaggio competitivo del competitor e dei processi che questo utilizza per raggiungerlo. Questa strategia può portare a ottimi risultati in termini di adozione di soluzioni innovative dirette al miglioramento, ma risulta complessa laddove le informazioni siano difficili da reperire (spesso tra competitor vi è timore nel rivelare dati e strategie utilizzati, proprio perché sono questi a consentirgli il conseguimento del vantaggio competitivo).
  3. benchmarking funzionale o di processo: questa tipologia si concentra su una specifica area strategica aziendale o su uno specifico processo. In questo caso non è necessario che le imprese operino nello stesso settore, ma che i fattori di confronto siano affini. Il fattore di confronto viene individuato in una specifica area in cui l’azienda eccelle particolarmente (può essere la logistica , la gestione delle vendite, l’advertising, la gestione delle risorse umane, ecc.). Tale confronto può portare a risultati molto innovativi ed è più facile reperire le informazioni rispetto al benchmarking competitivo, poiché le aziende sulle quali viene fatto il confronto non sono necessariamente concorrenti dirette. La difficoltà maggiore risiede nel riuscire ad applicare efficacemente le prassi delle aziende studiate a contesti differenti: per questo gli investimenti sono ingenti sia in termini di costi che di tempi.
  4. benchmarking generico o delle best practice: in questo confronto viene presa come oggetto la migliore impresa in assoluto per una particolare prassi aziendale. Similmente al benchmarking funzionale, questa comparazione ha il fine di individuare le migliori prassi non ancora attuate dall’azienda. Si tratta, tuttavia, di una prassi non semplice da attuare, poiché molto spesso la “best in class” presa in analisi differisce significativamente dall’azienda che opera il confronto. L’assenza di competitività diretta, però, potrebbe potare a una maggiore facilità di reperimento delle informazioni. Anche qui i costi in termini di tempo e denaro per l’adozione delle prassi studiate sono ingenti.
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